La scoperta degli EM all’agronomo e microbiologo giapponese Teruo Higa, docente dell’Università di Ryukyus a Okinawa, che nel 1982 ha sviluppato questa tecnologia come alternativa ai fertilizzanti di sintesi utilizzati comunemente in agricoltura. Il professor Higa ha avuto l’intuizione di sperimentare un’ipotesi fino ad allora ritenuta impraticabile: la convivenza di microrganismi anaerobici (ovvero che vivono in assenza di ossigeno) e aerobici (che si sviluppano in presenza di ossigeno), facendo in modo che le sostanze prodotte dagli uni fossero essenziali per la vita degli altri.

Sono classificati in tre gruppi:

• «rigenerativi» (hanno effetto sulla rigenerazione della vita);
• «degenerativi o patogeni» (attivano processi di ossidazione e decomposizione), che insieme ai primi rappresentano il 5-10% del totale;
• «opportunisti o neutrali» che costituiscono il restante 90-95%.

Ha inoltre ipotizzato che gli EM agissero secondo il principio di prevalenza ovvero che i neutrali acquisiscono il comportamento del gruppo predominante. I microrganismi di tipo rigenerativo, se applicati correttamente diventano dominanti, creando un ambiente adatto al potenziamento e al rinnovamento della vita con un processo auto-generante.
Di conseguenza tra le capacità degli EM si trova quella di ovviare agli squilibri riuscendo a riportare in armonia tutto il circolo vitale.

Nell’agricoltura riescono a migliorare il terreno permettendo una crescita più sana delle piante, e nel caso di quelle commestibili una diminuzione dei parassiti ed un incremento della produzione. Nell’ambito della zootecnia risolvono problemi di pelo, pelle e piumaggio, aumentano l’assimilazione e la digeribilità del cibo ed incrementano la fertilità. Nell’uso quotidiano aiutano nell’igiene e nella pulizia rendendo l’ambiente più sano.
Nell’essere umano i Microrganismi Effettivi riescono a stimolare le capacità di autoguarigione, migliorano la cicatrizzazione delle ferite e contribuiscono alla salute del metabolismo.